• Monitoraggio del permafrost

    Gli strati più profondi del permafrost si sono creati migliaia di anni fa e non si sono più scongelati, lo strato di ghiaccio presente in questi luoghi remoti della Terra è rimasto tale arrivando fino ai giorni nostri.
  • Le risorse idriche scarseggeranno a causa del Global Warming

    Oltre al consumo di risorse agricole, l'allevamento necessita anche di risorse idriche, indispensabili per abbeverare il bestiame. Ci sono animali come i bovini che hanno la necessità di consumare una media di 80 Lt. al giorno di acqua, i maiali intorno ai 20 Lt. seguiti poi dagli ovini con circa 10 Lt.
  • Corsa all'approvvigionamento delle risorse naturali

    Nell'immediato futuro la distribuzione delle risorse alimentari diventerà sempre più una priorità e si creerà un inaspettata corsa all'appropriazione di terre coltivabili e di risorse idriche che saranno sempre più rare.
  • Acidità degli oceani: il carbonato di calcio in molluschi e coralli

    Esistono molti organismi marini, come ad esempio varie specie di molluschi o anche differenti tipologie di coralli, che hanno gusci fatti per oltre il 95% da carbonato di calcio, una sostanza molto utile e utilizzata in varie applicazioni ingegneristiche e nel campo agricolo.
  • Lo scioglimento dei ghiacciai

    La riduzione della percentuale di ghiaccio nei ghiacciai di tutto il mondo, in particolare in quelli che si trovano ai poli, sono una prova molto forte dell'aumento delle temperature a livello globale.

Se fossimo tutti vegetariani come cambierebbe il clima?

Un mondo vegetariano: come cambierebbe il clima.

Uno studio su PLOS Climate prova a dare delle risposte

Soluzioni - Un mondo vegetariano: come cambierebbe il clima Foto di Anna Shvets da Pexel
Categoria: Soluzioni | Venerdi 20 Gennaio 2023 - 15:45:49

Vi siete mai domandati di come e quanto cambierebbe il clima sulla Terra se tutti fossimo vegetariani? I risultati di una ricerca provano a darci delle risposte.

Allevamenti intensivi e produzione di carne


E' risaputo ormai che gli allevamenti intensivi sono responsabili della produzione di enormi quantità di gas serra.
Molti studi tentano di quantificare i danni da inquinamento rilevabili nell'ambiente, causati da tutte quelle attività antropiche come l'agricoltura intensiva, che rilascia grandi quantità di metano e il protossido di azoto, la deforestazione che riduce le difese della Terra dai cambiamenti climatici, e tutte quelle altre attività umane che prevedono l'utilizzo dei combustibili fossili attraverso la combustione solida, liquida o gassosa con produzione di anidrite carbonica, metano, protossido di azoto, perfluorocarburi, idrofluorocarburi, e esafluoruro di zolfo.

Un mondo vegetariano: lo studio pubblicato su PLOS Climate


Uno studio, pubblicato sulla rivista PLOS Climate, cerca di dare una risposta alla ipotetica e completa eliminazione degli allevamenti e il ripristino di una vegetazione spontanea, concludendo che vi sarebbero grandi benefici per l'ambiente al punto che si potrebbe, dopo un periodo di 15 anni senza allevamenti, avere una riduzione delle concentrazioni di anidride carbonica presente nell'aria pari a circa il 70%.

Questo studio è stato condotto dal Professor Michael Eisen, biologo molecolare e cellulare che lavora nell'Università della California a , e coadiuvato da Patrick Brown, anch'esso professore di biochimica presso la Stanford University.
Quest'ultimo ricopre anche il ruolo di A.D. della Impossible Food, una azienda che produce e vende prodotti alimentari di base vegetale come sostitutivi della carne.

Per il clima sarebbe un cambiamento molto radicale che ridurrebbe di molto i gas serra, ovviamente questo comporterebbe l'obbligo per tutti di passare da una alimentazione onnivora ad una di tipo completamente vegetale.

Inoltre lo studio evidenzia come un cambiamento cosi radicale, sulle nostre abitudini alimentari, darebbe risultati positivi non solo per l'ambiente ma ridurrebbe di molto le disparità sociali e l'insicurezza alimentare nel mondo.

Una dieta equilibrata porterebbe altre conseguenze positive


Considerando che i vari gruppi alimentari di cui disponiamo sono:
  • Cereali e tuberi
  • Frutta e ortaggi
  • Latte e derivati
  • Carne, pesce e uova
  • Grassi da condimento

Potremmo avere comunque una dieta equilibrata mantenendo un contenuto nutrizionale accettabile, considerando sempre e comunque che che il fabbisogno energetico deve essere appagato attraverso l'assunzione quotidiana di calorie che varia in funzione dell'età, del sesso e anche del livello di attività fisica.

Lo studio pubblicato su PLOS Climate dimostra che le conseguenze positive di un tale cambiamento radicale non si limiterebbero alla sola riduzione di gas metano, per effetto diretto della mancanza di bestiame e dei suoi escrementi.

L'eliminazione totale degli allevamenti comporterebbe anche una decisa diminuzione della produzione di ossido di azoto, un gas serra strettamente legato all'uso massiccio di fertilizzanti, utilizzati per aumentare la produttività dei mangimi per animali.

In ultimo vengono considerati anche altri fattori che subentrerebbero nella scelta di eliminare definitivamente lo sfruttamento di bestiame, come la possibilità di sfruttare quei terreni riservati ai pascoli per far crescere di nuovo una vegetazione nativa o piantare alberi per integrare nuove foreste.

Domande & Risposte sul cambiamento climatico
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