COVID e Ambiente: Esistono relazioni fra il Covid-19 e l'inquinamento atmosferico? (Salute)
COVID e Ambiente: Esistono relazioni fra il Covid-19 e l'inquinamento atmosferico?
Frequently Asked Questions - Salute
Categoria: Salute | Sabato 19 Dicembre 2020 - 00:07:00
Dall'inizio della pandemia causata dal Sars-Cov-19 molti studi scientifici stanno ancora valutando tutte le varianti cliniche createsi nei pazienti in vari luoghi del mondo.
In funzione dei luoghi, e della logo densità di popolazione, sono stati avviati degli studi con relativi test per determinare in che maniera, e con quali differenze cliniche, l'infezione da Covid-19 può differenziarsi su persone che vivono nei grandi centri urbani e quindi maggiormente soggette ad un inquinamento atmosferico.
Correlazioni fra virus Covid e inquinamento
Sembra proprio che il tasso di inquinamento presente nell'aria sia, in parte, una concausa del peggioramento del quadro clinico generale con conseguente diminuzione delle difese immunitarie.
L'inquinamento atmosferico da PM 2.5 tende in qualche modo a spianare la strada al contagio dei soggetti a rischio, variando il tasso d'incidenza dell'infezione da Sars-Cov-2.
Questi studi rivelano una forte differenziazione dei contagi e una variazione significativa di infettività (in termini di percentuale in determinate aree geografiche (spesso caratterizzate da condizioni socio-economiche più inquinanti di altre).
Un meccanismo biologico fra il Covi-19 e l'inquinamento
Fra i molti studi avviati a livello globale, ce ne è uno in Italia portato avanti al San Raffaele che prefigura per primo un meccanismo di tipo biologico alla base di un eventuale correlazione fra la qualità dell'aria e la diffusione di questo virus pandemico.
Lo studio del San Raffaele è stato ripreso anche dal Journal of Infection sul quale è stato pubblicato questo fenomeno nel nostro paese.
Nelle molte zone geografiche dove si è assistito ad una forte diffusione epidemiologica de Sars-Cov-2 la concentrazione di polveri inquinanti era assai maggiore di quella imposta dai limiti di legge territoriali.
Esposizione cronica agli inquinanti atmosferici
Le maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici alle quali vengono quotidianamente esposte le persone in certi luoghi, determinano nel tempo una cronicizzazione delle difficoltà respiratore con la conseguente amplificazione del recettore principale del COVID-19 l'ACE-2.
Questa constatazione è stata determinata anche da un differente (e maggiore) numero di pazienti che hanno presentato forme più gravi della malattia e che hanno avuto bisogno maggiormente di periodi in terapia intensiva.
Anche il tasso di mortalità è risultato (in molti casi) doppio rispetto a quello registrato in altre regioni che, tra l'altro, avevano livelli di inquinamento inferiori.
Lo studio sulle possibili correlazioni fra il tasso di contagiosità da Sars-Cov-2 e il livello di inquinamento atmosferico è ancora in una fase iniziale ma le premesse ci indicano che l'inquinamento, nelle sue varie forme, può comunque cambiare in peggio le già disastrose conseguenze di questa pandemia.