Migranti climatici un segno del cambiamento climatico
Migranti e cambiamenti climatici.
Le migrazioni climatiche causate dai problemi ambientali
L'immigrazione è un fenomeno che affligge molti paesi, sia ricchi che poveri.
C'è pero una differenza abissale tra i primi, che guardano all'immigrazione come una piaga da curare per preservare il proprio territorio e la propria economia, mentre i secondi la vedono spesso come una scelta obbligata che gli consentirebbe di passare a miglior vita.
Sempre più popoli migreranno a causa del clima
Molti popoli lasceranno per sempre il proprio paese per cause di guerra civile o cambiamenti climatici, non più gestibili e tanto meno sopportabili nella vita di tutti i giorni.
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I paesi ricchi e più industrializzati contrastano le migrazioni per proteggere il loro territorio da intrusioni esterne che possono minare gli equilibri economici e occupazionali del paese.
Ma la ruota gira per tutti, secondo studi provenienti da mezzo mondo, le migrazioni saranno sempre più all'ordine del giorno e non risparmieranno alcun paese compresi quelli più ricchi e indistrializzati.
Migrazioni e cambiamento climatico
I cambiamenti climatici sono un problema serio che ne causerà di ulteriori, come quello dell'immigrazione climatica.
Come è ovvio, i paesi più poveri hanno meno capacità e mezzi per proteggersi dalle manifestazioni metereologiche sempre più intense e frequenti.
D'altro canto sono anche quelli che meno contribuiscono alle emissioni globali di gas serra e, ironia della sorte, saranno proprio questi paesi a pagare un prezzo più alto in termini di vite umane e risorse economiche.
Profughi ambientali contro profughi bellici
Le attività industriali e l'assenza di seri provvedimenti per arginare il problema del cambiamento climatico, porteranno a tensioni sociali pericolose, anche in quei paesi dove oggi si può ancora vivere in modo civile e pacifico.
Quando un paese viene colpito da eventi naturali distruttivi, tutta la popolazione nè risente in termini di mancanza dei beni essenziali (acqua, cibo, medicine), mancanza di lavoro ed economia al collasso.
Ci sono poi le conseguenze economiche che si riflettono sull'intera comunità per far fronte alla ricostruzione dei territori colpiti.
I profughi ambientali non sono da meno dei profughi bellici, una guerra porta sempre il suo strascico di problemi economici e occupazionali così come nel caso di eventi meteorologici distruttivi.
In alcune zone dell'America ogni anno si devono fare i conti con miliardi di dollari per la ricostruzione di case, strade e strutture civili massacrate dai vari tifoni/tornado che periodicamente si abbattono sul popolo statunitense.
Un futuro da migranti
L'italia è un paese particolarmente soggetto ai cambiamenti climatici per via della sua posizione geografica e della sua struttura di "Penisola" all'interno di un mare chiuso, il Mediterraneo.
Tralasciando il problema sismico, per il quale l'Italia è particolarmente suscettibile, il nostro paese ha forti probabilità di diventare fra 100/150 anni un paese torrido, circondato da un mare troppo caldo e acidificato.
L'innalzamento del livello dei mari farà scomparire molte delle città costiere e questo porterà tanta gente a migrare in altre zone verso l'entroterra.
Si creeranno cosi forti attriti fra i popoli e vacilleranno le economie locali, contribuendo nel contempo, ad un aumento della tensione sociale dovuta alla mancanza di occupazione.
Molti italiani migreranno all'estero e vivranno di persona quello che vivono oggi i migranti di frontiera.
Non ci sarà più posto per tutti o ci sarà poco posto per tanti.
Nell'augurio di non dover mai lasciare il "Bel Paese", e non divenire anche noi dei migranti ambientali, possiamo iniziare a "pensare da migranti" per capire meglio chi, prima di noi, sta affrontando il problema.