Perchè l'Emilia Romagna è tra le regioni con alto rischio di alluvioni
Emilia Romagna: alluvione 2023, cause e rischi futuri.
Manutenzione del territorio romagnolo e dissesto idrogeologico
L'Emilia Romagna è una delle regioni italiane con il più alto rischio di alluvioni a causa della sua geografia e della presenza di grandi fiumi come il Po e il Reno.
Perchè l'Emilia Romagna rischia di più le alluvioni?
L'Emilia Romagna fa parte di quelle regioni italiane che hanno un rischio più alto di subire alluvioni.
Oltre alla particolare posizione geografica, l'Emilia Romagna è percorsa da alcuni grandi fiumi come il Po e il Reno.
Purtroppo oltre a queste particolari caratteristiche territoriali, i cambiamenti climatici in atto, con eventi meteorologici sempre più estremi, stanno aggravando la situazione.
Alluvioni in Emilia Romagna: prospettive future negative
Negli ultimi anni si sono verificate devastanti alluvioni in varie zone della regione, causate da piogge torrenziali che hanno fatto esondare i fiumi.
Gli esperti prevedono che il numero e l'intensità di questi eventi sia destinato ad aumentare nei prossimi anni.
Anche per il 2023 i meteorologi avevano messo in guardia su possibili situazioni di rischio idrogeologico in Emilia Romagna, in particolare durante i mesi autunnali e invernali quando le perturbazioni Atlantiche hanno un attività meteorologica più intensa.
Le zone che sono ritenute più a rischio sono la Bassa Emilia, la pianura Parmense, la pianura modenese, la pianura bolognese e anche Ferrara.
I danni per l'alluvione in Emilia Romagna:
Le alluvioni, oltre a procurare vittime e feriti, provocano danni enormi all'agricoltura, alle attività produttive e alle infrastrutture, contribuendo ad aumentare il divario economico tra le regioni.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ha dichiarato che la portata della devastazione di questa alluvione è stata pari a quella di un altro terremoto come quello che si verificò nel 2012 in due distinti eventi sismici principali, che causarono un totale di 27 vittime.
Quali regioni italiane sono a rischio alluvione?
Le regioni italiane più a rischio alluvione sono:
Liguria
La conformazione fisica della regione, con valli molto ripide e strette e il grande impatto del clima mediterraneo, rende la Liguria particolarmente esposta al pericolo di alluvioni, soprattutto lungo le coste.
Gli eventi alluvionali più gravi si sono verificati negli anni 1994, 2010 e 2014.
Emilia Romagna
Un'ampia pianura padana attraversata da fiumi come Po e Reno espone la regione ad un alto rischio idrogeologico.
Le alluvioni più gravi si sono verificate nel 1951, nel 1966, nel 2000 e nel 2013-2014 e infine l'ultimo evento di giorni fa che inserisce anche il 2023 nella tragica lista degli anni neri dell'Emilia Romagna.
Veneto
Particolarmente a rischio la fascia pedemontana e la pianura, ma anche le zone costiere. Eventi alluvionali gravi si registrano quasi ogni anno, con le più gravi alluvioni del 1966, 2010, 2000 e 2019.
Toscana
La regione possiede un reticolo idrografico molto esteso, unito alla conformazione fisica appenninica, che la rende vulnerabile ad eventi alluvionali soprattutto nelle zone interne, con maggior impatto verso la bassa e media valle dei fiumi.
Piemonte
Oltre al Po, i principali fiumi del Piemonte come il Tanaro, la Dora e lo Stura presentano una forte pericolosità idraulica.
Le peggiori alluvioni recenti hanno colpito la regione nel 1994 e nel 2000.
Queste sono le regioni considerate più a rischio alluvione, anche se naturalmente eventi alluvionali di una certa entità possono verificarsi, seppur più raramente, in quasi tutte le regioni italiane, specialmente quelle padane e appenniniche.
Quali sono le misure di prevenzione adottate in queste regioni?
Le principali misure di prevenzione adottate nelle regioni più a rischio alluvione in Italia sono:
- Opere di difesa idraulica e sistemazione idrogeologica dei fiumi:
argini, vasche di espansione, canali scolmatore, ricalibratura e pulizia degli alvei per aumentare la capacità di deflusso. - Monitoraggio e manutenzione costante della rete idrografica:
rimozione della vegetazione in eccesso, pulizia degli alvei, ispezione di ponti e argini. - Sistemi di allerta meteo e idrogeologica:
monitoraggio delle condizioni meteorologiche e dei livelli dei corsi d'acqua, emissione di allerte e avvisi alla popolazione in caso di precipitazioni intense. - Pianificazione urbanistica:
adozione di piani regolatori che impediscano l'edificazione nelle aree a maggior rischio. - Diffusione della cultura del rischio:
campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sui comportamenti da tenere in caso di allerta, piano di protezione civile comunale. - Assicurazione dei danni:
stipula di polizze assicurative a prezzi agevolati per famiglie e imprese situate nelle aree a rischio.
In generale, la prevenzione si basa su un approccio integrato che combini interventi strutturali sui corsi d'acqua con azioni non strutturali come la pianificazione territoriale, l'informazione e la consapevolezza dei cittadini.
Tutto questo richiede un grande coordinamento tra i vari enti locali e sovracomunali e ingenti investimenti economici, purtroppo ancora non sempre sufficienti.
Come funzionano i sistemi di allerta meteo e idrogeologica?
I sistemi di allerta meteo e idrogeologica si basano principalmente su tre componenti:
- Rete di monitoraggio:
è costituita da stazioni meteo, pluviometri e idrometri installati sul territorio per rilevare precipitazioni, livelli dei corsi d'acqua e altri parametri rilevanti.
I dati vengono raccolti ed elaborati in tempo reale. - Modellistica previsionale:
con gli scenari meteo previsti dai centri meteorologici e i dati di monitoraggio vengono sviluppati modelli matematici per la previsione delle piene dei fiumi e del verificarsi di fenomeni alluvionali. - Sistema di comunicazione:
sulla base delle elaborazioni dei modelli, viene emanato un bollettino di allertamento differenziato per zone e livelli (preallarme, allarme, emergenza), che viene inviato ai centri di protezione civile e comunicato alla popolazione tramite media, SMS e sirene.
L'allerta di livello giallo (preallarme) indica una situazione di criticità ordinaria che può preparare l'evolversi verso stati di preallarme più gravi.
L'allerta arancione (stato di attenzione) indica una situazione di rischio intermedio che richiede un livello di monitoraggio medio/alto.
L'allerta rossa (stato di allarme) indica una situazione di rischio elevato che richiede un'attenzione massima e l'adozione di comportamenti di autoprotezione.
Gli allertamenti vengono continuamente aggiornati man mano che evolvono le condizioni meteo e idrologiche, permettendo così di intervenire tempestivamente per limitare i danni.