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La nuova legge europea sul ripristino degli ecosistemi

Nature Restoration Law: Legge per il Ripristino della Natura.

Affrontare le sfide dell'antropizzazione e del cambiamento climatico

Politica - Nature Restoration Law: Legge per il Ripristino della Natura Base foto di Eberhard Grossgasteiger su Pexels
Categoria: Politica | Mercoledi 15 Maggio 2024 - 12:19:34

Il Nature Restoration Law è il regolamento proposto dalla Commissione nel 2022 che rende giuridicamente vincolanti la salvaguardia e il ripristino degli habitat naturali in tutti gli Stati dell'Unione Europea.

Nature Restoration Law


La "Nature Restoration Law" è una legislazione che mira a promuovere la riparazione e il ripristino degli ecosistemi naturali danneggiati o degradati.
Questa legge è stata promossa per affrontare le sfide dell'antropizzazione e del cambiamento climatico, che hanno causato la perdita di biodiversità e l'alterazione degli habitat naturali.

Il quadro giuridico della Nature Restoration Law


La Nature Restoration Law prevede un quadro giuridico che facilita e sostiene gli sforzi di ripristino della natura.
Essa stabilisce gli obiettivi, i principi e le misure per la protezione e il recupero degli ecosistemi, nonché per la promozione della biodiversità.
La legge può variare da paese a paese, ma in generale mira a fornire strumenti e incentivi per la conservazione e il ripristino della natura.

Tra le disposizioni comuni di una Nature Restoration Law ci possono essere:

  • Identificazione degli obiettivi di ripristino:
    La legge definisce gli obiettivi di ripristino degli ecosistemi, ad esempio la creazione di aree protette o la reintroduzione di specie in pericolo di estinzione.
    Questi obiettivi sono basati su criteri scientifici e sulla valutazione delle esigenze della biodiversità locale.
  • Pianificazione e gestione del ripristino:
    Questa legge dell'Unione Europea stabilisce i criteri e le procedure per la pianificazione e la gestione delle attività di ripristino.
    Può includere la valutazione dell'impatto ambientale, la consultazione pubblica, l'assegnazione di finanziamenti e la creazione di piani di gestione a lungo termine per garantire il successo del ripristino.
  • Strumenti di incentivazione:
    La legge Nature Restoration Law può comprendere degli strumenti di incentivazione per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini, delle imprese e delle organizzazioni nella riparazione della natura.
    La legge proposta può includere degli incentivi finanziari, agevolazioni fiscali o riconoscimenti per le buone pratiche di ripristino.
  • Monitoraggio e valutazione:
    Nature Restoration Law prevede la creazione di un sistema di monitoraggio e valutazione per valutare l'efficacia delle azioni di ripristino e apportare eventuali adattamenti.
    Questo particolare dettaglio aiuta a garantire che gli obiettivi di ripristino siano raggiunti e che le politiche e le strategie siano aggiornate in base alle nuove conoscenze.
  • Collaborazione e partecipazione:
    La Nature Restoration Law promuove la collaborazione tra le parti interessate, inclusi i governi, le comunità locali, le organizzazioni non governative e le imprese, per realizzare gli obiettivi di ripristino.
    La partecipazione attiva delle comunità locali è fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine delle azioni di ripristino.

La Nature Restoration Law svolge un ruolo cruciale nel promuovere la conservazione e il ripristino degli ecosistemi naturali.
Attraverso questa legislazione, si spera di invertire la perdita di biodiversità, di preservare gli habitat naturali e di garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.

Nature Restoration Law: Approvazione Governo Italiano


La Nature Restoration Law è stata approvata con 329 voti a favore e 275 contrari, cosi il ripristino della natura europea è ormai legge.
Il passo successivo sarà l'adozione da parte degli Stati membri in Consiglio Europeo e i relativi piani di attuazione delle singole nazioni.

L'Europa ha cosi una nuova legge per la tutela e la rigenerazione degli habitat naturali e degli ecosistemi di tutto il continente europeo.
Un evento molto importante sotto il profilo naturalistico oltre alle altre direttive approvate "Uccelli e Habitat".

Cosa prevede l'applicazione della Nature Restoration Law?


Questa importante legge prevede una serie di azioni fondamentali per il ripristino di habitat ed ecosistemi, zone umide e fiumi, mari e foreste, aree agricole e ambienti urbani.

La legge prevede l'obbligo di ripristinare almeno una quota del 20% del territorio terrestre e marino e il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030.
In questa fase gli Stati membri dell'Unione Europea devono privilegiare la natura e la necessità preservare gli habitat naturali che hanno deteriorato nel tempo le proprie condizioni entro il 2040 in almeno il 60% ed entro il 2050 in almeno il 90%.

Elenco di esempi delle misure di ripristino della Nature Restoration Law


(1) Ripristinare le zone umide riumidificando le torbiere drenate, rimuovendo le strutture di drenaggio delle torbiere o eliminando i polder e sospendendo l'estrazione di torba.

(2) Migliorare le condizioni idrologiche aumentando la quantità, la qualità e le dinamiche delle acque superficiali e i livelli delle acque sotterranee per gli ecosistemi naturali e seminaturali.

(3) Eliminare la boscaglia indesiderata o le piantagioni alloctone su formazioni erbose, zone umide, foreste e terreni scarsamente vegetati.

(4) Applicare la paludicoltura.

(5) Ricostituire i meandri dei fiumi e ricollegare i meandri isolati artificialmente o le lanche.

(6) Rimuovere le barriere longitudinali e laterali (quali argini e dighe), dare maggiore spazio alle dinamiche dei fiumi e ripristinare i tratti fluviali a flusso libero.

(7) Rinaturalizzare gli alvei dei fiumi, i laghi e i corsi d'acqua di pianura, per esempio rimuovendo gli elementi di correzione artificiale del corso degli alvei, ottimizzando la composizione del substrato, migliorando o sviluppando la copertura degli habitat.

(8) Ripristinare i processi di sedimentazione naturale.

(9) Stabilire zone ripariali, per esempio foreste ripariali, fasce tampone, prati o pascoli.

(10) Aumentare gli elementi ecologici caratteristici nelle foreste, quali alberi grandi, vecchi e morenti (alberi dell'habitat) e le quantità di legno morto a terra e in piedi.

(11) Lavorare per ottenere una struttura forestale diversificata in termini di vegetazione ed età, permettere la rigenerazione e la successione naturali delle specie arboree.

(12) Potenziare la diversità forestale creando mosaici di habitat non forestali quali distese di formazioni erbose o brughiere, stagni o aree rocciose.

(13) Ricorrere a una silvicoltura "naturalistica" o di "copertura continua"; introdurre specie arboree autoctone.

(14) Potenziare lo sviluppo di foreste autoctone antiche e soprassuoli maturi (ad esempio rinunciando a sfruttare i terreni).

(15) Introdurre elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità nei seminativi e nelle formazioni erbose sfruttate intensivamente, quali fasce tampone, margini dei campi con fiori autoctoni, siepi, alberi, piccole foreste, terrazzamenti, stagni, corridoi tra habitat e aree di collegamento ecc.

(16) Aumentare la superficie agricola gestita secondo approcci agroecologici quali agricoltura o agrosilvicoltura biologica, policoltura e rotazione delle colture, difesa integrata e gestione dei nutrienti.

(17) Ridurre l'intensità dei pascoli o i regimi di sfalcio dei prati, se necessario, e ricostituire, laddove sono stati abbandonati, i pascoli estensivi con animali domestici e regimi di sfalcio estensivi.

(18) Abbandonare o ridurre l'uso di pesticidi chimici e di fertilizzanti chimici e a base di letame animale.

(19) Abbandonare l'aratura dei prati e non introdurre più sementi di erbe produttive.

(20) Rimuovere le piantagioni su ex sistemi dunali dinamici interni per riattivare le dinamiche naturali dei venti a favore di habitat aperti.

(21) Migliorare la connettività tra gli habitat per consentire lo sviluppo delle popolazioni delle specie e permettere un sufficiente scambio individuale o genetico nonché la migrazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici da parte delle specie.

(22) Permettere agli ecosistemi di sviluppare le proprie dinamiche naturali, per esempio rinunciando allo sfruttamento dei terreni e promuovendo la vegetazione spontanea e il ritorno a uno stato naturale.

(23) Eliminare e controllare le specie esotiche invasive ed evitare o ridurre al minimo l'introduzione di nuove specie.

(24) Ridurre al minimo gli effetti negativi delle attività di pesca sull'ecosistema marino, per esempio impiegando attrezzature con meno impatto sui fondali.

(25) Ripristinare zone importanti di riproduzione e crescita del novellame.

(26) Predisporre strutture o substrati per incoraggiare il ritorno della vita marina, per esempio di banchi di corallo/ostriche.

(27) Ripristinare praterie di fanerogame marine e foreste di kelp stabilizzando attivamente il fondo marino, riducendo e, ove possibile, eliminando le pressioni o tramite la propagazione attiva e la semina.

(28) Ridurre le varie forme di inquinamento marino, quali il carico di nutrienti, l'inquinamento acustico e i rifiuti di plastica.

(29) Aumentare le aree verdi urbane con elementi caratteristici ecologici, quali parchi, alberi e macchie boschive con specie autoctone, tetti verdi, prati a fiori selvatici, giardini, orticoltura urbana, strade alberate, prati e siepi urbani, stagni e corsi d'acqua.

(30) Arrestare o ridurre l'inquinamento da medicinali, sostanze chimiche pericolose, acque reflue urbane e industriali e altri rifiuti, compresi quelli dispersi e la plastica, nonché l'inquinamento luminoso in tutti gli ecosistemi, oppure porvi rimedio.

(31) Trasformare in siti naturali siti dismessi, ex aree industriali e cave.

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