• Acidificazione dell'ambiente

    L'acidificazione dell'ambiente è un fenomeno che si verifica in conseguenza a una pesante presenza di sostanze acide, parliamo principalmente di anidride solforica e ossidi di azoto.
  • Biodegradabilità: il processo biologico

    La biodegradabilità è un processo biologico finalizzato alla totale trasformazione delle sostanze organiche in molecole base come l'anidrite carbonica, il metano e l'acqua.
  • Trasformazione del territorio causato dal disboscamento

    La trasformazione del territorio attraverso il disboscamento (anche se fatto in modo selettivo) da parte di agricoltori e aziende di legname, rende le zone forestali e boschive, un tempo folte e umide, dei territori aperti e più secchi.
  • Gli habitat naturali consentono l'esistenza di caratteri morfologici e funzionali diversi

    Anche gli habitat costieri comprendono altri tipi di habitat come quelli composti da vegetazione alofitica che è particolare vegetazione presente sulla Terra comprendente alcune famiglie di cormofite (piante costituite da un cormo, contrariamente a quelle formate da un tallo e chiamate appunto Tallofite) e comprendente piante che hanno particolari caratteri morfologici e anatomici, con una fisionomia di tipo xeromorfico (l'insieme di tutti i caratteri morfologici e di quelli funzionali che hanno le piante o gli organi vegetali xeromorfi).

Domande frequenti sul miele - Che cosa è il Miele? (Alimentazione)

Domande frequenti sul miele - Che cosa è il Miele?

Frequently Asked Questions - Alimentazione

Categoria: Alimentazione | Lunedi 6 Maggio 2024 - 15:33:57

Il miele è una sostanza dolce prodotta dalle api attraverso la raccolta del nettare dei fiori o della melata delle piante.

Che cosa è il Miele?


Il miele è un alimento con una forte proprietà calorica (ben 320 kcal/100g), ha un sapore molto dolce grazie alla quantità di zuccheri semplici che contiene come il glucosio e il fruttosio.

Alcune proprietà e caratteristiche principali del miele sono:
  • Viene prodotto dalle api all'interno dell'alveare attraverso complessi processi di produzione e maturazione.
    Le api raccolgono il nettare dai fiori e lo depositano nelle cellette dell'alveare, l'acqua viene lentamente eliminata grazie al lavoro delle api che agitano le proprie ali.
  • Ha un sapore dolce dovuto ai suoi zuccheri semplici come fruttosio e glucosio.
    Il sapore può variare in base al tipo di nettare raccolto dalle api (fiori di acacia, castagno, agrumi ecc.).
  • Contiene numerose sostanze nutritive come vitamine, sali minerali, enzimi.
    Ha proprietà nutritive, energetiche e medicamentose.
  • Si conserva a lungo senza refrigerazione grazie alla sua composizione che impedisce la proliferazione batterica.
  • Esistono diversi tipi di miele in base alla fioritura predominante nella zona di produzione.
    In Italia i più diffusi sono il millefiori, castagno, acacia, agrumi.
  • Viene usato comunemente come dolcificante naturale nell'alimentazione e ha proprietà medicamentose riconosciute, ad esempio come energizzante, fluidificante delle vie respiratorie, cicatrizzante delle ferite.


Perchè il miele cristallizza?


Il miele cristallizza perché contiene naturalmente degli zuccheri che, a seconda delle condizioni ambientali, possono passare allo stato solido.

I principali motivi della cristallizzazione del miele sono:
  • Composizione chimica
    Il miele è composto principalmente da fruttosio e glucosio in soluzione acquosa.
    Quando la concentrazione di zuccheri sale oltre l'86%, iniziano a formarsi dei cristalli.
  • Abbassamento della temperatura
    Temperature più basse favoriscono la precipitazione degli zuccheri sotto forma di cristalli.
  • Tipo di fiori
    Alcuni mieli cristallizzano più facilmente per il diverso contenuto di fruttosio/glucosio in base ai fiori di produzione.
  • Lento graduale raffreddamento
    Consente la formazione di cristalli più piccoli e omogenei.
  • Aria
    La presenza di ossigeno accelera la formazione dei cristalli.
  • Tempo
    Più il miele invecchia più la cristallizzazione è probabile.

La cristallizzazione non altera le proprietà del miele, è un naturale processo reversibile scaldando dolcemente il miele.

Scaldare il miele fa perdere le sue proprietà?


Scaldare il miele non dovrebbe farne perdere le proprietà nutritive e medicamentose, a patto che non si superino determinate temperature.

- Scaldare dolcemente il miele cristallizzato, a bagnomaria o nel microonde, fino a 38-40°C è sufficiente per farlo tornare liquido senza alterarne le caratteristiche.
- A temperature superiori ai 40°C iniziano i primi cambiamenti a livello chimico, ma le proprietà principali rimangono intatte fino a 80°C.
- Quando si superano gli 80°C il miele inizia a perdere enzimi, amminoacidi, vitamine, soprattutto vitamina C e questo avviene ad esempio con la cottura in pentola.
- Oltre i 100°C (punto di "caramellizzazione") lo zucchero nel miele subisce un cambiamento chimico irreversibile con perdita di molte proprietà.

In sintesi, scaldare dolcemente il miele per liquefarlo non crea problemi ma bisogna comunque cercare di evitare le alte temperature con lunghe cotture.
Meglio scaldarlo brevemente e non prolungate oltre i 40°C per conservare intatte le sue qualità nutrienti.

Che scadenza ha il miele?


Il miele non ha una vera e propria data di scadenza, ma tenuto nelle giuste condizioni può mantenere inalterate le sue proprietà per molti anni.

Alcune indicazioni sulla conservazione del miele:
- In condizioni ambientali normali (temperatura non superiore ai 20°C, luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore) il miele può durare anche 2-3 anni dalla data di confezionamento.
- I barattoli di vetro impolverati o aperti andrebbero consumati entro 12-18 mesi.
- Il miele sigillato ermeticamente in vasetti chiusi può conservarsi anche 5 anni.
- Il miele cristallizzato si conserva allo stesso modo di quello liquido, basta scaldarlo leggermente per ritrasformarlo in liquido prima del consumo.
- I mieli aromatizzati o quelli molto liquidi possono deteriorarsi più velocemente, in circa 6-12 mesi.

In termini generali il miele non scade, ma per mantenere intatte le qualità organolettiche e nutritive è consigliabile consumarlo entro 2-3 anni dalla lavorazione e sigillatura.
L'importante è tenerlo in luoghi freschi e asciutti.

Il miele fa ingrassare?


Il miele è certamente più calorico di altri dolcificanti, ma il suo impatto sulla linea dipende da diversi fattori.

Alcune considerazioni sull'effetto del miele sulla linea:
  • Il miele contiene zuccheri semplici (fruttosio e glucosio) che forniscono circa 3 kcal per grammo, più dello zucchero da tavola (4 kcal/g) ma meno di altri dolcificanti.
  • L'apporto calorico varia in base alla quantità consumata.
    Un cucchiaino (15g) fornisce circa 45 kcal, da solo non fa ingrassare, ma un consumo eccessivo può apportare calorie in più.
  • Il miele ha un indice glicemico più basso di altri zuccheri, quindi non provoca sbalzi insulinici.
    Questo rallenta l'assorbimento e può saziare di più.
  • Contiene sostanze con effetto prebiotico che aiutano la flora intestinale e il metabolismo.
  • Va consumato con moderazione nelle diete ipocaloriche.
    Meglio evitare nel post-allenamento dove occorrono carboidrati a rapido assorbimento.


Il miele non fa necessariamente ingrassare da solo se consumato con moderazione e all'interno di un regime alimentare equilibrato.
L'eccesso calorico è l'unico fattore che può portare a prendere peso.

È meglio usare lo zucchero o il miele?


Non c'è una risposta univoca su quale sia meglio tra zucchero e miele, entrambi hanno qualche punto di forza e debolezza:

Zucchero:
- Alta densità energetica, 1kg apporta circa 3500 Kcal.
- Digerito velocemente, aumenta rapidamente la glicemia.
- Non ha proprietà nutrizionali aggiuntive.
- Può causare picchi glicemici e favorire sovrappeso se consumato in eccesso.

Miele:
- Apporta meno calorie dello zucchero (circa 300 Kcal/100g).
- Ha un indice glicemico più basso, non causa sbalzi glicemici.
- Contiene sostanze nutrizionali come sali minerali, vitamine, enzimi.
- Può avere proprietà antiossidanti e probiotiche.
- Il suo gusto è più delicato e conferisce sapori particolari.

In sostanza, per un uso salutare:
- Lo zucchero va usato con moderazione per non appesantire le calorie.
- Il miele è meglio tollerante, quindi assumerlo al posto dello zucchero segnando la porzione in base alle calorie desiderate.
- Entrambi vanno consumati nell'ambito di una dieta varia ed equilibrata.

L'importante è non eccedere con nessuno dei due per prevenire obesità o altre patologie.

Il miele favorisce la carie?


Sì, è vero che il miele può favorire la formazione di carie dentali, sebbene in misura minore rispetto allo zucchero bianco.

Come tutti gli zuccheri, anche il miele viene metabolizzato dai batteri della placca dentale, che producono acidi che possono danneggiare lo smalto.
Nonostante questo il miele ha un pH leggermente più alto dello zucchero e contiene sostanze come enzimi e minerali che possono avere un effetto tampone contro gli acidi.

Inoltre gli zuccheri nel miele (fruttosio e glucosio) vengono rilasciati nella saliva in modo graduale, riducendo i picchi glicemici rispetto allo zucchero.
Alcuni studi indicano che il miele può causare carie con una frequenza minore rispetto allo zucchero semplice, ma il rischio rimane se consumato frequentemente.

In sintesi, per ridurre il rischio di carie sia con il miele che con altri zuccheri è importante non assumerli troppo spesso nell'arco della giornata, se possibile lavare i denti dopo il consumo, diluirlo in alimenti più complessi come yogurt o frutta e, cosa sempre importante, sottoporsi a controlli odontoiatrici periodici.

È vero che anche un diabetico può consumare miele?


Sì, anche un diabetico può consumare miele, ma con alcune accortezze.

Il miele ha un indice glicemico più basso di altri zuccheri quindi non fa salire repentinamente la glicemia, nonostante questo apporta calorie semplici ed è pur sempre una fonte di zuccheri semplici, quindi va consumato con moderazione.

Come già accennato è bene preferirlo allo zucchero semplice ma senza eccedere nelle quantità (max 2 cucchiaini a pasto).
Il miele va assunto sempre durante i pasti principali, mai da solo, per diluire meglio l'assunzione di zuccheri.

E' importante monitorare la glicemia, meglio farlo prima e dopo l'assunzione per valutare l'effetto sulla curva glicemica individuale, persone con diabete grave o insulino-dipendenti dovrebbero prima consultare il medico/dietista per stabilire le quantità massime.

In conclusione, il miele è potenzialmente adatto anche ai diabetici ma va consumato con porzioni adeguate e controllando l'andamento glicemico, sotto consiglio del proprio specialista.

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