Bolle di metano emergono dal Mar di Leptev
Mar Glaciale Artico: Migliaia di bolle di metano emergono in Siberia.
Il Mar Glaciale in Siberia Settentrionale restituisce giganti bolle di metano
Differenti studi condotti da diversi team di ricerca internazionali stanno iniziando a mostrare i propri dati, decisamente non incoraggianti.
Le ricerche condotte dagli studiosi mostrano la reazione chimica che permette di far riemergere enormi bolle di gas metano dalle profondità marine, in particolare quelle riferite alle zone artiche come nel Mar Glaciale Artico.
Questi depositi di gas metano stanno iniziando a liberarsi grazie alla reazione climatica indotta dal riscaldamento globale, e stanno risalendo dalle profondità marine preoccupando non poco gli scienziati per le conseguenze che si potrebbero avere sulla temperatura atmosferica.
Migrazione del metano dall'acqua all'aria
La migrazione del metano, da millenni congelato nelle profondità marine del Mar Glaciale Artico, è resa possibile dal continuo, seppur lento, scongelamento del permafrost liberandosi e arrivando in superficie.
Da qui il metano ha la possibilità di immettersi nell'atmosfera attraverso l'evaporazione dell'acqua andando cosi ad inquinare ulteriormente l'aria con il suo potente carico di gas serra.
Proprio per questo motivo anche il metano, come altri gas serra, trattiene l'energia solare sulla superficie del pianeta invece di respingerla verso lo spazio, aumentando di conseguenza il surriscaldamento globale.
La potenza inquinante del metano è di molto superiore a quella dell'fotosintesi delle piante, ma nel contempo è tra i maggiori gas inquinanti responsabili dell'Effetto Serra e dei cambiamenti climatici">anidrite carbonica ed il contributo all'incremento termico è assai rilevante nonostante la presenta di altri gas che contribuirebbero all'Effetto Serra.
Gli studi sul Mar di Leptev
Gli scienziati stanno concentrando i loro studi sulla presenza dei depositi di metano presenti nelle profondità del Mar di Leptev, che si trova a largo delle coste settentrionali della Siberia, che stano iniziando a liberarsi a causa dello scongelamento.
Nel team di ricerca è presente anche un nostro connazionale Tommaso Tesi, che fa parte dell'Istituto di Scienze Polari del CNR e che si trova sulla nave russa Akademik Keldysh da un mese circa, impegnato nelle ricerche di queste tracce di metano ancora nella fase iniziale del loro processo di migrazione in atmosfera ma comunque molto pericolose per la stabilità, già fortemente compromessa, dell'atmosfera terrestre.
Surriscaldamento globale maggiore ai poli
Purtroppo ai poli, come nel caso dell'Artico, i cambiamenti climatici indotti dal surriscaldamento globale detto anche "Global Warming", sono molto più evidenti oltre che veloci.
Le temperature registrate ai poli rilevate durante l'anno in corso, hanno dimostrato ancora una volta come l'incremento dei gas serra comporti un aumento di temperatura pari a circa il doppio dei gradi rilevati nel resto del pianeta.
Il team di ricerca ha confermato che una buona parte delle bolle di metano rilevate non sono riuscite a raggiungere l'atmosfera dissolvendosi prima ma hanno anche precisato che la mole di gas rilevata sulla superficie del mare può essere anche di 10 volte la quantità prevista prima dell'inizio degli studi.
Scongelamento del metano
Lo scongelamento del metano è un evento naturale e non è ad appannaggio esclusivo dei mari polari ma anche di altre diverse zone presenti sul pianeta.
Il metano è anche presente nelle profondità della terra, spesso intrappolato sotto lo strato di permafrost, e come per quello presente nei fondali marini congelati, riesce anch'esso a risalire in superficie collassando sotto il terreno e producendo crateri anche di certe dimensioni.