La tragedia di Chernobyl amplificata dai cambiamenti climatici
Chernobyl e i cambiamenti climatici.
L'esplosione del reattore di Chernobyl e l'inquinamento di mezzo mondo
L'incidente causò il più grande disastro ecologico del ventesimo secolo, inquinando e rendendo radioattiva l'aria dell'intera Bielorussia per poi spostarsi lentamente sui cieli nel resto del mondo (Europa, Asia, America e Australia)
La storia di un grande disastro ambientale
Era il 26 aprile del lontano 1986, quando durante delle manovre sperimentali, un incendio fece esplodere il reattore n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl, realizzata fra il 1970 e il 1984.
La nube radioattiva contenente il Cesio 137 (Un isotopo radioattivo del metallo alcalino cesio. Si forma principalmente come un sottoprodotto della fissione nucleare) si distribuì lentamente nei cieli, rimanendo ad oggi ancora presente anche se in quantità dimezzata e rendendo radioattivi gli ambienti interessati fino ai prossimi 300 anni.
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Le vittime del disastro radioattivo
Le due tremende esplosioni verificatesi a seguito dell'incidente causarono da subito 3 morti ed altre 30 circa nei giorni immediatamente successivi.
Quasi 250 persone furono poi colpite dalla Sindrome Acuta di Radiazione.
Questa malattia si sviluppa solitamente in tre distinte fasi:
- Fase iniziale - I sintomi iniziali possono comprendere nausea, vomito, stanchezza, perdita di appetito e diarrea (nei casi di esposizioni più elevate)
- Fase latente - Non vengono riscontrati sintomi di rilievo.
- Fase di varie sindromi - In base alla quantità di radiazioni ricevute i sintomi possono essere vari e più o meno intensi come:
- La Sindrome Emopoietica: causata dagli effetti delle radiazioni su midollo osseo, milza e linfonodi, e sedi primarie di produzione delle cellule ematiche (ematopoiesi)
- La Sindrome Gastrointestinale: causata dagli effetti delle radiazioni sul tratto digerente, con aggravamento di nausea, vomito e diarrea (possono causare grave disidratazione corporea)
- La Sindrome Cerebrovascolare: causata dagli effetti deleteri delle radiazioni che conducono il paziente ad un forte stato confusionale, forte nausea, vomito e diarrea acuta (di tipo sanguinolento), tremori e collasso.
Nel giro di poche ore si manifestano convulsioni e crollo della pressione arteriosa che porta inevitabilmente allo stato di coma.
Questa sindrome è spesso letale e può portare alla morte nelle poche ore successive all'esposizione o al massimo entro i primi due giorni.
- La Sindrome Emopoietica: causata dagli effetti delle radiazioni su midollo osseo, milza e linfonodi, e sedi primarie di produzione delle cellule ematiche (ematopoiesi)
Altri fenomeni più o meno letali possono verificarsi nell'organismo di persone che hanno subito forti e lunghe esposizioni radioattive, aumentando la percentuale di formazione delle masse tumorali in varie parti del corpo a distanza di mesi o addirittura di anni.
I cambiamenti climatici amplificarono il disastro di Chernobyl
Secondo molti esperti, l'incendio del quarto reattore di Chernobyl fu reso più impetuoso e veloce da un inverno molto mite e una successiva primavera insolitamente secca.
Queste condizioni climatiche anomale, permisero al fuoco una diffusione maggiore oltre che più rapida; dopo l'esplosione il clima temperato favorì la diffusione della nube tossica consentendogli di raggiungere quote più alte e resistere maggiormente alla ventilazione, allora molto debole.
I cambiamenti climatici amplificati dal disastro di Chernobyl
Come i cambiamenti climatici di allora favorirono l'inquinamento sprigionato dall'incidente del reattore n. 4 di Chernobyl nel 1986, nel contempo il disastro ambientale causato dall'incidente stesso partecipò ad un maggiore inquinamento atmosferico e alla nascita del fenomeno dell'immigrazione climatica, dato che molti abitanti del luogo emigrarono (soprattutto bambini) in cerca di un nuovo paese dove poter vivere in sicurezza.
Dopo l'incidente la centrale di Chernobyl continuò a produrre energia elettrica attraverso i reattori rimasti in funzione, fino alla decisione di spegnerli, chiudendo la Centrale di Chernobyl nell'anno 2000.
Sedici anni dopo, nel 2016, è stato deciso di proteggere ulteriormente il reattore danneggiato da possibili future fuoriuscite radioattive. E' stato così deciso di costruire un enorme cupola che ancora oggi protegge il famoso reattore n. 4.