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Nel 2050 i nostri mari conterranno più plastica che specie marine

Anno 2050: Il mare avrà più sacchetti e bottiglie che pesci.

Il futuro dei mari è a rischio, sono destinati a diventare un enorme discarica

Inquinamento - Anno 2050: Il mare avrà più sacchetti e bottiglie che pesci Foto di Catherine Sheila da Pexels
Categoria: Inquinamento | Mercoledi 18 Novembre 2020 - 18:02:25

L'utilizzo della plastica monouso è divenuta ormai parte della nostra vita quotidiana al punto da diventare un serio pericolo per l'ambiente e tutte quelle creature che vivono grazie ad esso, noi compresi.

Un docufilm sulla plastica monouso


Sul problema della plastica monouso è stato recentemente prodotto un docufilm intitolato Cronache Marine 2050 prodotto dall'Istituto Oikos nell'ambito del progetto Life Beyond che consiste in una mobilitazione giovanile e nell'attuazione delle buone pratiche atte a ridurre l'inquinamento dei mari dovuto all'immissione di plastiche e micro plastiche.

L'Istituto Oikos è un organizzazione no-profit attualmente impegnata, sia in Europa che in altri paesi del Sud del mondo, nella tutela della biodiversità nella promozione e diffusione di vari modelli di vita nel segno della sostenibilità ambientale.
La sua visione mira ad un futuro che tuteli l'ecologia, e nel contempo, l'economia ed l'equità, ripristinando quell'equilibrio fondamentale tra l'uomo e l'ambiente.

La produzione del docufilm rientra in una campagna per la sensibilizzazione delle persone, in particolare delle giovani generazioni, contro l'utilizzo della plastica monouso per la protezione degli ecosistemi marini, favorendo al contempo uno sviluppo sostenibile e innovativo, avviando un vero contrasto ai cambiamenti climatici con la partecipazione di tutti.

Previsioni future per i nostri mari


La produzione di plastica nel mondo ha ormai reso l'uomo completamente dipendente dal suo utilizzo e reso l'ambiente circostante quasi completamente ricoperto di materiali innaturali che ogni giorno partecipano all'inquinamento di terreni, falde acquifere, aria, piante ed animali.

Nello studio condotto dall'Istituto Oikos viene messa in evidenza la necessità di diminuire drasticamente l'utilizzo delle plastiche monouso nei prossimi trent'anni, evitando cosi di saturare completamente i nostri mari ed evitare che entro l'anno 2050 ci siano in acqua più sacchetti di plastica e rifiuti in vetro che specie marine.

Attraverso alcuni studi, avviati dalla Commissione Europea, sono stati raccolti dei dati molto significativi che mostrano come il consumo di quasi 100 miliardi di sacchetti di plastica, che vengono utilizzati solo in Europa, possano costituire una fonte di inquinamento costante che può durare tra i 10 e i 30 anni.

Biodegradabilità diversa negli ambienti naturali


La biodegradabilità è diversa fra materiali cosi come è diversa fra i vari ambienti, come nel caso della biodegradabilità dei materiali in mare.
Poichè per essere degradato, un materiale deve avere a sua volta uno o più batteri che riescano a decomporne le molecole, in acqua le cose cambiano considerando la biodegradabilità intrinseca e la sua complessità a dispetto della compostabilità al suolo.

L'ecosistema marino presenta delle condizioni particolarmente variabili in funzione delle innumerevoli diversità dei vari ecosistemi che ne fanno parte.
La biodegradazione in ambiente marino non è immediata, tanto meno comparabile ai tempi di biodegradabilità al suolo o in altri contesti e condizioni ambientali diverse.

Prima di una completa degradazione in CO2, acqua o biomassa, il manufatto potrebbe venire a contatto con varie specie di fauna marina provocando danni agli stessi habitat nei quali vivono e si riproducono, accumulandosi sui fondali marini per anni.

Domande & Risposte sul cambiamento climatico
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